L’osservatorio DOXA svela il rapporto tra gli italiani e la casa.

Quasi la metà delle famiglie italiane è insoddisfatta della propria abitazione, principalmente a causa delle caratteristiche strutturali degli edifici in cui vive.

Il legame tra gli italiani e la casa ha radici ben salde ed è sempre più solido: per il 90%, infatti, la casa è in cima alla lista delle priorità.

 

E l’abitazione riveste una molteplicità di significati che vanno ben oltre l’idea di bene fisico dal valore economico; per questo si parla oggi di “valore esistenziale” della propria casa, percepita come un luogo affettivo e di espressione di chi la abita.
Tuttavia, quasi la metà degli italiani si dice non pienamente o solo parzialmente soddisfatto della propria casa, riconosciuta come un “contenitore” nel quale vivere che li rappresenta soltanto in parte.
Lo testimoniano i risultati di CasaDoxa, l’Osservatorio Nazionale sugli italiani e la casa, presentati a Milano da Doxa che ha chiamato a raccolta gli operatori del mercato immobiliare per condividere i risultati dell’Osservatorio e confrontarsi sull’evoluzione del comparto, capirne le criticità e coglierne le opportunità.

 

L’Osservatorio di Doxa, che ha ascoltato la voce di 7000 famiglie dislocate su tutto il territorio nazionale, si è focalizzato sui nuclei familiari che si sono dichiarati poco o parzialmente soddisfatti dell’abitazione in cui vivono, pari al 48% del totale degli intervistati, per approfondire trend e motivazioni alla base di questo sentiment.
Ne è emerso come il 64% dei locatari sia insoddisfatto dell’abitazione e come, seppur in misura minore, lo sia anche il 44% dei proprietari di casa.
E ancora, chi soffre di più il vivere in case “distanti” dai propri ideali abitativi sono proprio i millennials (52% degli intervistati) e le famiglie con reddito netto mensile inferiore ai 2.000 Euro (53%).
Ancor di più chi vive in appartamenti (53%), rispetto a chi abita in villette o case indipendenti (43%).

 

OCCHI PUNTATI SU MODERNITÀ ED EFFICIENZA — Le motivazioni di tale insoddisfazione sono da ricondurre ad alcuni elementi specifici.

Uno su tutti: le caratteristiche strutturali degli edifici (aspetto esteriore, dimensione dell’appartamento, distribuzione degli spazi interni e qualità dei materiali e delle finiture interne). Con numeri che parlano chiaro: le percentuali di insoddisfatti sono pari al 50% tra le famiglie che abitano case costruite prima del 1990, e calano significativamente al 18% tra quelle che vivono in edifici nuovi, costruiti dopo il 2015.

E ancora, tra le ragioni dell’insoddisfazione, c’è anche il nuovo modo di intendere la qualità della vita e del proprio abitare, caratterizzato dalla volontà di vedere riflessi i propri principi circa la sostenibilità anche nelle proprie scelte abitative.
Dall’Osservatorio emerge, infatti, come gli italiani vorrebbero vivere in case più efficienti a livello energetico, con conseguente beneficio sia a livello ambientale sia economico, con minori spese di gestione ordinarie e straordinarie. Una casa che sia efficiente, ma anche smart: dall’Osservatorio emerge anche il desiderio di abitare in case intelligenti, ovvero che siano predisposte alla tecnologia per programmare con semplicità alcune attività.

 

INSODDISFAZIONE QUALE MOTORE DEL CAMBIAMENTO – Questo senso di soddisfazione parziale genera un forte desiderio di cambiamento: circa il 25% degli insoddisfatti vorrebbe cambiare casa entro due anni. Una volontà che non nasce da una mobilità sociale o geografica, come detto, bensì dalle caratteristiche deficitarie dell’abitazione in cui si vive attualmente. Il 52% di chi vorrebbe traslocare dichiara che resterebbe con piacere nello stesso quartiere o comunque in zone limitrofe.
Tuttavia, cambiare è tutt’altro che facile: molti sono gli “scoraggiati”.
Circa il 30% di chi vuole trasferirsi abbandona la ricerca dopo i primi mesi di tentativi, per tornare sui propri passi e
procrastinare la realizzazione del loro desiderio di cambiamento.
Decidono, infatti, di adattarsi e provare a intervenire con piccole o grandi migliorie.

 

L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI COMFORT – Con il nuovo modo di vivere la casa, evolve anche il concetto di spazi confortevoli che, secondo gli intervistati, devono avere sei prerogative: luminosità degli ambienti, comfort termico/acustico, sicurezza, efficienza energetica, tecnologia semplificante, adattabilità.
La cucina, grande protagonista: dove calore ed energia sono elementi essenziali. È lo spazio
dove accogliere la famiglia, e al tempo stesso uno spazio funzionale da attrezzare con
elettrodomestici efficienti e di ultima generazione.
La zona living: lo spazio polifunzionale per eccellenza che riunisce famiglia e ospiti, dove
comodità e trasformabilità sono gli aspetti più rilevanti.
I bagni: devono essere evocativi e rilassanti e devono coniugare funzionalità e servizio.
Gli spazi esterni: godibili e versatili. Terrazzi, balconi e giardini sono elementi chiave di
comfort che diventano simbolicamente quasi una oasi di pace e, nel caso del giardino, driver
di scelta nello spostamento dalla città all’hinterland per le famiglie con bambini.
Le stanze di appoggio: spazi essenziali da personalizzare e nei quali concentrarsi sul
proprio lavoro e dedicarsi alle passioni.
Le stanze di servizio: spazi versatili come lavanderie, ripostigli e piccole dispense che
diventano spazi importanti per tenere in ordine. Parole chiave: discrezione e funzionalità.

 

«Riprendendo la similitudine di alcuni intervistati, la casa ideale viene oggi percepita come ‘un abito su misura” che si deve adattare a chi la vive e non viceversa. Le famiglie italiane non vogliono più vivere in “abiti” pensati per altre epoche, occasioni o esigenze. Dal nostro Osservatorio emerge, infatti, un profondo mismatch tra domanda e offerta nel mercato immobiliare, ovvero una generalizzata richiesta di case più moderne ed efficienti a fronte di una proposta immobiliare che comprende perlopiù case datate e standardizzate» Afferma Paola Caniglia, Home & Retail Director di Doxa.
«Siamo contenti che, anche quest’anno, dal nostro Osservatorio sia emerso un trend chiave che può guidare l’evoluzione del mercato immobiliare nei prossimi anni. CasaDoxa, il nostro HUB di condivisione e confronto, è nato proprio con questo obiettivo: dialogare con i player del settore affinché possano prendere consapevolezza e orientare le strategie di business verso soluzioni che rispondono alle esigenze delle famiglie, che raccogliamo ogni anno tramite il nostro Osservatorio privilegiato e gli input preziosi che arrivano dagli intervistati».

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Evviva la Deflazione! Più degli 80 euro di Renzi potè il ribasso della benzina.

Anche se in ritardo la grande distribuzione ha capito che per far tornare gli acquisti bisogna far scendere i prezzi; la pacchia, complici i mancati controlli che hanno consentito in breve tempo il raddoppio dei prezzi dopo il passaggio Lire/Euro, è finita!

Non c’è bisogno che Grillo, a cui vanno le nostre simpatie, si affanni tanto e spenda tante energie per arrivare ad un referendum sull’uscita dell’Italia dall’Euro, le stesse energie potrebbero essere utilizzate, sul territorio e magari attraverso gli stessi banchetti ai quali si raccolgono le firme, per incidere ancor di più sulla discesa dei prezzi al consumo.

 

qualsiasi cosa di uso comune e giornaliero, dai biscotti al dentifricio, oggi sta calando di prezzo; i produttori e distributori vedendo che la crisi delle vendite non accennava a finire hanno fatto la cosa più logica (peraltro senza fare cartello ma semplicemente adottando criteri di libera concorrenza) e pian piano la gente sta ritrovando la voglia di spendere e magari di potersi permettere qualche sfizio.

 

Renzi pensava, ma per molti è stata solo una mossa tendente ad acquisire voti nelle elezioni europee, che elargendo 80 Euro ad una fascia della popolazione l’economia si sarebbe prontamente ripresa; in realtà così non è stato perchè, come poi si è potuto constatare, pur senza voler generalizzare, quanto dato con la mano destra è stato ripreso (e magari abbondando) con la mano sinistra.

Quindi la deflazione, cioè non l’aumento ma la discesa dei prezzi, vista dai grandi economisti come una sciagura, si sta rivelando una grande risorsa per le economie famigliari e se questi grandi scienziati la smettessero di guardarsi l’ombelico potrebbero persino arrivare a capire che se a fronte di una riduzione dei prezzi del 10 % ottengo maggiori vendite del 30% (ovviamente le percentuali sono variabili in base ai settori economici e le varie attività) il PIL torna a crescere e lo stato introita più tasse, IVA in primis.

 

Quindi la battaglia che vale la pena di combattere non è quella sull’uscita (improbabile e demagogica) dell’Italia dall’Euro, bensì quella del riallineamento dei prezzi in euro al valore che avevano (ovviamente rivalutato considerando un 2% medio di inflazione annua) ai tempi della lira.
Altri Paesi europei, vedi Germania, non hanno consentito, dopo il cambio Marco/Euro, l’aumento indiscriminato dei prezzi ed è per questo che oggi a Dusseldorf o a Berlino, un dentifrico della stessa marca costa il 40% di quanto costi in Italia.

 

Ma veniamo alla benzina, su cui grava una mole di tasse inaudita, e anche (unico caso l’Italia) l’iva sulle tasse; è in atto una speculazione di una entità colossale; vi basti pensare che all’attuale prezzo di un barile di greggio (intorno ai 45 dollari) dovrebbe corrispondere un prezzo alla pompa, pur gravato dell’esorbitante 75% di tasse, di circa 65 centesimi il litro. Invece, sempre ad oggi, si fatica a trovare stazioni di servizio che vendano un litro di diesel a meno del doppio.

 

Qualcuno dice che petrolieri e Stato sono prudenti (e intanto straguadagnano) perchè, hai visto mai, il prezzo del greggio potrebbe ricominciare a salire da un minuto all’altro; ma anche questa ipotesi, sempre a voler sollevare lo sguardo dall’ombelico, è fortemente improbabile e per vari motivi: primo, perchè le nuove tecniche di estrazione consentono maggiore produttività; secondo, il sempre maggiore ricorso alle energie rinnovabili continua a far scendere la richiesta di petrolio; terzo, al largo del Brasile c’è probabilmente più petrolio di quanto ce ne sia nel resto del mondo; quarto, il cartello dell’OPEC non riesce più, e forse neanche vuole, a condizionare i mercati.

 

Ecco quindi che ad una già normale, benchè tardiva, tendenza a risvegliare i mercati applicando prezzi più equi, si aggiunge il risparmio (solo negli ultimi giorni, benchè ancora ben lontano dal valore effettivo, del 20%) sul costo del carburante; cosa questa che incide sul valore delle merci (che vedono nel trasporto una delle maggiori voci di costo) e sul conto economico delle singole famiglie.

 

Addirittura i medici si stanno adeguando e anche i centri di analisi strumentali, con più lentezza ma anche loro, e sempre in virtù della concorrenza, si stanno ridimensionando.
Sono sempre meno (ma purtoppo ancora ci sono) i baroni che osano chiedere 500 Euro per una visita e anche per una semplice lettura di analisi o i centri che per una risonanza "sparano" 500 (quando non di più) Euro.

 

Se ci lasceremo alle spalle la crisi, speriamo presto, è auspicabile che i cittadini non abbassino la guardia; è questo l’unico modo per tenere a bada gli speculatori e far si che i soldi che abbiamo in tasca, pochi o tanti che siano, abbiano un reale e non fittizio potere d’acquisto ma che, soprattutto, bastino per arrivare a fine mese e magari consentano pure qualche risparmio.

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Disinnescare Alexis Tsipras, è questa la priorità in Europa?

Sbaglia chi pensa che il nuovo Premier Greco piegherà la testa non avendo previsto le mosse della BCE e della Commissione europea (che insieme al Fondo Monetario Internazionale compongono la Troika) perchè il suo successo elettorale ha forti radici. 

Alexis Tsipras per il suo popolo rappresenta molto più che una speranza e lui non ha nessuna intenzione di deludere le aspettative che vengono riposte nella sua azione di Governo.

Per la Commissione Europea, che da ieri sta facendo la voce grossa intimando a Tsipras di onorare gli impegni presi dai precedenti governi, il progetto del Premier greco potrebbe aprire una falla nella politica di austerity del vecchio continente; politica che forse si rivelerà giusta nel lungo termine ma che al momento sta creando non poche sofferenze a più di un popolo.

 

E’ indubbio che l’Unione Europea e le singole nazioni che la compongono debbano lavorare per la crescita ma è altrettanto indubbio che la crescita dipende dalle capacità economiche dei cittadini che costituiscono le comunità.
Quindi forse è giusto mettere in campo degli ammortizzatori (leggi Tempo) per consentire alle varie "anime" che compongono l’Europa di raggiungere l’armonia.

 

Tsipras viene visto come un pericolo per il "sistema economico" imperante eppure, fin dai primissimi giorni del suo insediamento, non ha mai manifestato intenzioni di "rivoltà" ma soltanto chiesto di poter adottare politiche che consentano al suo popolo di "tirare il fiato".

Ma i politicanti, non animati dal senso di responsabilità che dovrebbero dimostrare nei fatti i politici, legati l’un l’altro dal filo della mediocrità e appartenenti ad un sistema che ne perpetua la sopravvivenza, vedono in Tsipras un nemico delle loro comode poltrone.

 

Vero è che tanti, pur nelle difficoltà di ogni giorno sono sempre disponibili a farsi annebbiare la vista, da una partita di calcio o da una trasmissione trash, anzichè rendersi parte diligente per il loro futuro e quello delle nuove generazioni.

Il Premier greco si trova ad affrontare una sfida immane, ha sì il sostegno di grossa parte del suo popolo ma anche il problema di dover isolare chi gli tende la mano sinceramente da chi gli sorride complimentandosi ma è già pronto a disconoscerlo.

 

Greci e Italiani, benchè non omologabili in tutto, hanno vissuto per decenni indebitando figli, nipoti e pronipoti ma non creando infrastrutture e quindi possibilità di sviluppo e quindi posti di lavoro, bensì consentendo, ad eletti prima e nominati poi, di decidere per loro su ogni aspetto della loro vita ed il risultato è, oggi, platealmente sotto gli occhi del mondo intero.

Può bastare raccontare a tanta umanità sofferente, ai tanti che non coltivano più neanche la speranza, la favola della Cicala e la formica?

Non è necessariamente vero che i peccati dei padri debbano ricadere sulle spalle dei figli.

 

La Grecia ha diverse strade da intraprendere, pur mantenendo la volontà di onorare i debiti contratti dai governi precedenti: può recuperare la sua sovranità monetaria e magari instaurare per un periodo limitato la circolazione parallela sia dell’euro che di una valuta nazionale; può chiedere di uscire temporaneamente dall’Euro (del resto ci sono ancora diversi Paesi che pur facendo parte dell’UE non ne hanno adottato la moneta); ma potrebbe anche adottare soluzioni più drastiche se ci si trovasse costretta dall’intransigenza della Commissione Europea.

 

Del resto l’America non ha forse stampato e immesso sul mercato 1000 miliardi di dollari l’anno per uscire dalla crisi?

E la BCE non si appresta a fare altrettanto (il metodo è diverso ma la finalità è la stessa) finanziando i singoli Stati con l’acquisto di 50 miliardi di titoli al mese fino al (per ora) settembre 2016?

 

Ma torniamo a ragionare in piccolo; la gente deve poter acquistare, con il denaro di cui può disporre (attualmente poco per una grande massa di persone) quanto gli occorre per vivere dignitosamente tutti i giorni che compongono un mese; l’Euro, complici i governi dei paesi che non hanno vigilato, ha fatto raddoppiare e anche triplicare i prezzi; dove invece i governi hanno vigilato, vedi Germania, oggi un dentifricio della stessa marca (un esempio fra tanti) costa la metà di quanto costa in Italia.

Il problema quindi non è uscire dall’Euro come vagheggia Beppe Grillo bensì riportare i prezzi al valore reale e in parte sta già avvenendo: in Italia continuano ad esserci grossi sprechi (come dimostra una recente ricerca) ma la grande distribuzione sta abbassando le penne per tentare di frenare il calo, sempre più marcato, degli acquisti.

 

E la benzina? Chi ci sta speculando oltre la lecita misura?

Al prezzo attuale di un barile di petrolio, dovremmo pagare un litro di gasolio alla pompa non più di 65/70 centesimi, compreso l’esosissimo 75% di tasse, invece si fatica a trovare distributori che lo vendano sotto 1,3 Euro. come mai?

 

Dietro ai numeri, alle parole, alle poltrone, ci sono uomini e donne che non dovrebbero mai dimenticare, se volessero onorare il loro mandato, che davanti hanno altri uomini e donne e bambini.

Chissà, magari Tsipras potrà trovare fuori dall’Europa alleati quali l’onnipresente Cina o magari il Brasile, benchè, si sa, nessuno fa niente per niente; ma Alexis per il suo popolo è una speranza che nessuno dovrebbe cercare di spegnere sul nascere e che invece, ovunque, tutti dovrebbero sentire il dovere di coltivare.

 

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Ali Al-Omair, ministro del petrolio del Kuwait, in visita ad EXPO 2015.

Il padiglione del Kuwait ha ospitato oggi il Ministro del Petrolio del Kuwait, in occasione di un workshop organizzato dalla Kuwait Petroleum Corporation (KPC), sul tema del petrolio e sui progetti in atto nello stato.

Il Dr. Ali Al-Omair, Ministro del Petrolio, ha dichiarato: "Sono molto orgoglioso del nostro Paese e della partecipazione a EXPO Milano 2015. Il padiglione del Kuwait riflette le sfide affrontate in passato ma anche quelle che affronterà in futuro e rappresenta allo stesso tempo tutte le aree di sviluppo che compongono il nostro paese.

Il ruolo del petrolio nel panorama Kuwaitiano è molto importante. Al momento il Governo ha diversi obiettivi: la prima sfida è raggiungere una produzione interna di 4 milioni di barili al giorno (dai 3 milioni attuali) entro il 2020 e contemporaneamente fissare un prezzo del petrolio che sia stabile e ragionevole sia per i produttori che per i consumatori. In quanto membri dell’OPEC, le nostre strategie interne devono essere allineate con quelle dell’organizzazione e coordinate con quelle di tutti i paesi membri.

I rappresentanti dell’OPEC si riuniranno il 4 dicembre a Vienna, e il nostro augurio è quello di riuscire a trovare un accordo sulle strategie da intraprendere rispetto alle recenti richieste da parte dei paesi esterni all’OPEC di ridurre la nostra produzione di petrolio, al di sotto dei 30mbd. Sicuramente, entro il 4 dicembre riusciremo a trovare un accordo che sappia soddisfare le richieste e le aspettative di tutti".

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Un’iniziativa che parte dal cuore di una delle regioni italiane a più alto indice di emigrazione.

Ridare vita alla casa dove suo nonno, nei lunghi inverni al mare, intrecciava cesti e dove sua nonna ha cresciuto sei figli: è questo l’obiettivo del progetto “Luisa e Gaetano house” lanciato da Anna Maria De Luca

Anna Maria è una figlia dell’emigrazione che non vuole rassegnarsi all’oblio che il tempo destina agli antichi luoghi quando non c’è più nessuno che se ne prenda cura.

Per raggiungere questo obiettivo, ha pensato di chiedere aiuto al popolo della rete, lanciando un progetto di crowdfounding finalizzato ad ospitare nel suo luogo dell’anima chi vorrà aiutarla.
E’un posto particolare, un angolo di sogno scelto in passato da santi ed eremiti per rifugiarsi a meditare e ritrovare il contatto con sé e con la natura.

 

È ancora come un tempo, silenzioso e selvaggio, racchiuso tra i quattro elementi che lo energizzano: il fuoco del vulcano di Guardia, i fondali del mar Tirreno, la terra, l’aria che sa di mare e di odori antichi.

 

“Accedere ai fondi europei è arduo, fondi privati non ne ho e quindi ho pensato che l’unico modo per far si che i sacrifici dei miei nonni non finiscano sotto un cumulo di pietre sia chiedere aiuto al popolo della rete, in particolar modo a chi è emigrato ed ha l’Italia nel cuore. Vorrei che questo posto fosse percepito come un rifugio familiare per chi vorrà aiutarmi. Penso sia perfetto per chi vuole dipingere, creare, pensare, rilassarsi, costellare, fare yoga, percorsi di crescita personale e altro ancora”.

 

E’un progetto che affonda le radici nell’emigrazione e per questo chiede aiuto anche oltreoceano per realizzare quel che secondo lei può essere la vocazione del luogo: aiutare le persone a tornare a se stesse attraverso il contatto con la natura. Parte della sua famiglia, emigrata in Argentina, fu uccisa dal regime militare perché combatteva per la libertà del Paese in cui aveva deciso di vivere.

L’altra metà, emigrata nel nord Italia, si ritrovò invece vittima dei tedeschi, con suo nonno deportato in Russia e sua nonna convinta per sette anni di essere vedova.

“L’identità dei luoghi e l’identità delle persone non sono due concetti molto distanti. Una casa, cosi come una persona, nasce cresce e muore. Per molti anni mi sono occupata di vittime innocenti e diritti umani e continuo a farlo. Con la stessa passione con la quale ho usato finora la penna per strappare all’oblio chi ha perso la vita da innocente voglio ora chiedere al web di aiutarmi a strappare dall’oblio un luogo che rappresenta l’identità non solo mia ma di tutti quelli che, come me, hanno alle spalle storie di distacchi, partenze, emigrazioni”.

 

E’un luogo energetico, un posto che può donare nuova linfa, idee ed energie a chi lo vive. Per questo Anna Maria considera un peccato non condividerlo.

“Continuare a tenerlo chiuso significherebbe privare molta gente della possibilità di vivere una esperienza positiva per la propria vita. Se ognuno contribuirà anche solo con cinque euro, il sogno dei miei nonni Luisa e Gaetano, due persone semplici e sagge, si potrà realizzare”.

Una struttura creata con il contributo di tutti e che quindi tutti dovranno sentire un po’ propria, vocata ad accogliere chi vuole lavorare sulla memoria e sull’identità condivisa, stratificata, non degli spazi ma dei luoghi.

 

L’antica casa – si trova a Fuscaldo Marina, in provincia di Cosenza – adagiata su una collina davanti al mare. Se state cercando un posto per creare, meditare, costellare, rimettervi in contatto con la terra, guardate il progetto (https://www.indiegogo.com/projects/luisa-and-gaetano-s-dream#/).

Chi non potrà contribuire economicamente potrà andare lì di persona per riscoprire anche la bellezza del lavoro manuale e condiviso, progettando e creando insieme.

 

Il link al progetto è https://www.indiegogo.com/projects/luisa-and-gaetano-s-dream#/


Sito:  http://luisaegaetano.house/it/ (anche su Twitter e Facebook)


Per contatti: Anna Maria De Luca – Mail             deluam@yahoo.it 

 

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YFU analizza con competenza il fenomeno della mobilità studentesca internazionale.

Ormai in molti campi dell’istruzione, gli standard educativi sono visti globalmente e gli studenti si confrontano con i coetanei di altri paesi e con insegnanti che operano in contesti ad elevata internazionalizzazione.

I Direttori di YFU Italia, USA, Brasile, Cina e Germania si confrontano su valori, modelli educativi e importanza degli scambi interculturali per i nostri giovani

 

L’aumento degli studenti che decidono di affrontare un’esperienza di studio all’estero è esponenziale in tutto il mondo:
in occasione del Convegno Internazionale dei Direttori di YFU YOUTH FOR UNDERSTANDING – organizzazione no profit che opera da oltre 60 anni negli interscambi culturali, da quest’anno anche con una sezione italiana -, che ha visto la partecipazione di membri di oltre 50 nazioni compresa l’Italia, emerso con chiarezza quello che ormai può essere definito come un vero e proprio fenomeno sociologico, anche dimostrato dalle linee di indirizzo del MIUR nella Nota Ministeriale n. 843, e di particolare importanza operativa nel valorizzare questa aspirazione degli studenti, accogliendola armonicamente nel piano dell’attività formativa di ogni singolo Istituto.

 

In particolare, come dimostrano i dati di YFU ITALIA, i ragazzi italiani prediligono come destinazione gli Stati Uniti nel 64.64% dei casi, UK e Irlanda nel 16.6%, la Germania nel 7.3%, l’Oceania nel 3.05%, l’Asia nel 2.44% e l’Africa nell’1.83%.
L’Italia è scelta per il 27.16% da studenti tedeschi, il 19.75% dall’America Latina e il 14.8% dagli Stati Uniti.

 

“E’ evidente come la dimensione dello scambio tra culture, delle competenze comunicative, della familiarità con la diversità linguistica e culturale siano diventate componenti imprescindibili.” afferma Mario Giacomo Dutto, membro del Comitato Scientifico YFU Italia, già Direttore Generale per gli Ordinamenti del Sistema Nazionale di Istruzione e per l’Autonomia Scolastica del MIUR. “Il pensare globale è dunque la sfida che dobbiamo affrontare per il futuro dei nostri giovani.”

 

Concorda Micheal Hill, Direttore Nazionale YFU USA e Membro IAC: “Negli Stati Uniti mai prima d’ora è stato così importante per gli studenti interagire con altre culture, le nostre politiche e sistemi scolastici solo ora fanno dello scambio interculturale una sfida: ecco perché le nostre scuole di maggior successo utilizzano lo scambio quale mezzo per diversificare l’esperienza formativa dei propri studenti, integrando le diverse culture con le attività educative di base del sistema d’istruzione statunitense” .

 

“In Germania è ancora presente un sistema di scuola di tipo federale, ma c’è il bisogno di globalizzarlo e unificarlo sempre di più. YFU e altre organizzazioni no profit attive negli scambi interculturali possono quindi aiutare a modernizzare il nostro sistema educativo per poter arrivare, in ultima istanza, ad aspirare ad un vero modello di educazione globale dove i valori della pace, del rispetto e dell’essere cittadini del mondo siano onorati” afferma Knut Moeller, Direttore YFU Germania e membro EEE.

 

CONFRONTO TRA MODELLI EDUCATIVI INTERNAZIONALI

 

Punti di confronto comuni ma anche peculiarità locali.
“In Cina, a fronte di un focus molto forte sulle materie scientifiche come matematica, fisica e chimica,” – dichiara Dana Lee, Direttore Nazionale YFU Cina – “manca un’adeguata spinta per corsi extra curriculari come le discipline sportive o artistiche, di fatto una mancata opportunità per lo studente di sviluppare i propri interessi.”

 

“In Brasile, c’è un forte orientamento accademico e gli studenti del liceo sono preparati approfonditamente in vista del test d’ingresso all’Università, ma manca una vera e propria introduzione al mondo del lavoro.” afferma Claudia Martins, Direttore Nazionale YFU Brasile.

 

Preparazione al mondo del lavoro che è invece prevista in Italia, dove una recente legge di riforma dell’istruzione secondaria, in coerenza con le linee guida stabilite dalla Commissione Europea, obbliga i dirigenti scolastici a indirizzare gli studenti ad esperienze di alternanza scuola/lavoro, considerando quindi non solo le tradizionali materie di studio, per colmare sempre più il divario tra scuola e lavoro.

L’IMPEGNO DI YFU ITALIA PER LA FORMAZIONE INTERCULTURALE

Ad oggi più di 260.000 studenti, insieme alle loro famiglie, hanno beneficiato del sostegno e dell’esperienza di YFU in tutto il mondo, sposando i valori che animano l’organizzazione sin dalla sua nascita. YFU rappresenta da oltre 60 anni il punto di riferimento nel mondo dello scambio interculturale, diventando operativa, da quest’anno, anche in Italia: in questo modo anche gli studenti italiani e le loro famiglie hanno la possibilità di vivere esperienze interculturali in uno dei 50 paesi del network.
Per YFU, la full immersion culturale è il mezzo più efficace per acquisire le competenze e l’apertura mentale necessarie per vivere in una società globale sempre più multiculturale, interconnessa e competitiva sul lavoro. 
 

“Alla luce di queste evidenze e del peso sempre maggiore dei valori interculturali che permeano la nostra società, YFU Italia invita anche le Istituzioni a favorire e appoggiare questa esperienza, poiché l’internazionalizzazione dell’intero sistema educativo e formativo italiano è un passaggio fondamentale se non obbligatorio.” conclude la Presidente di YFU Italia, Roberta Tresso.

 

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PAYPAL LANCIA LA PROTEZIONE ANNULLAMENTO VIAGGIO, PER VIAGGI LIBERI DALL’ANSIA E DALLE INSIDIE IMPREVISTE.

Il nuovo servizio offre una maggiore sicurezza agli online shopper, che adesso possono proteggere gratuitamente i loro acquisti di viaggi online.

Secondo un recente studio condotto da PayPal*, il 60% degli italiani nell’ultimo anno non ha attivato alcuna assicurazione che li mettesse al riparo da imprevisti che potessero portare alla cancellazione del viaggio.

 

Il 73% degli intervistati ha inoltre dichiarato che un servizio del genere sarebbe stato utile perché non si sa mai cosa possa capitare tra il momento in cui si acquista un biglietto aereo e quello in cui si parte per una vacanza.
Per rispondere a questa esigenza, PayPal, insieme ai propri Partner Assurant e AIG, rispettivamente in qualità di intermediario assicurativo (Assurant) e di assicuratore (AIG), annuncia oggi il lancio di “Protezione Annullamento Viaggio”, il nuovo servizio che consente ai suoi utenti di ridurre l’incertezza legata agli aspetti economici dei propri viaggi, proteggendo in maniera gratuita quello che per molti e sempre più spesso è un vero e proprio investimento. Gli utenti PayPal potranno attivare il nuovo servizio gratuitamente, oppure decidere di attivare sottoscrizioni più articolate in funzione delle proprie esigenze.

 

La Protezione Annullamento Viaggio prevede tre offerte differenti: la sottoscrizione base è, appunto, gratuita e consente di richiedere un rimborso l’anno, per una somma non superiore ai 270 euro per coprire una parte del viaggio prenotato nel caso in cui l’utente sia costretto a rinunciare al viaggio a seguito di circostanze impreviste; il pacchetto Premium prevede, invece, un abbonamento annuale da 18 euro e dà diritto a un numero illimitato di richieste di rimborso relative a cancellazione del viaggio a seguito di circostanze impreviste, fino ad un massimo di 2500 euro l’anno; per chi invece vuole proteggere gli acquisti di tutta la famiglia, dello stesso tenore, ma esteso al numero di persone “coperte” è il pacchetto Family che costa 36 euro l’anno e consente di richiedere rimborsi illimitati nel numero e fino a 2500 euro per l’intero nucleo familiare (fino a quattro persone). Tutti i prodotti sono soggetti ai termini e condizioni del servizio.

 

Il processo per attivare e utilizzare il servizio è semplice e immediato: gli utenti PayPal potranno registrarsi per ottenere la sottoscrizione gratuita o per scegliere, a pagamento, un pacchetto che viene incontro alle loro esigenze al link www.protezioneannullamentoviaggio.it e completare il loro acquisto sui siti di viaggi che preferiscono come www.terravision.eu , www.buscenter.it o www.traghettiper.it . Nel caso in cui il viaggio sia cancellato a seguito di circostanze impreviste, sarà sufficiente chiedere il rimborso della cifra spesa online. Una volta approvato il pagamento, sarà accreditata sul loro account PayPal entro 10 giorni (parzialmente oppure in toto in funzione del pacchetto scelto).

 

“In PayPal siamo convinti che gli acquisti online debbano essere semplici e soprattutto liberi da ogni preoccupazione. Per questo motivo ogni anno lanciamo nuovi servizi che consentano ai nostri utenti di vivere sempre meglio il momento dell’acquisto online, eliminando paure e ansie che spesso rovinano non solo l’esperienza di acquisto ma l’acquisto stesso”, ha commentato Angelo Meregalli, Country Manager di PayPal Italia.

“L’anno scorso abbiamo introdotto il servizio di reso gratuito e questo ha generato un valore per tutto il comparto, e milioni di consumatori in tutto il mondo hanno già attivato il servizio. Siamo certi che anche la Protezione Annullamento Viaggio rappresenterà un servizio di valore che tanti viaggiatori desiderano quando acquistano un viaggio ”.

 

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Il mattone torna al centro degli investimenti per i risparmiatori italiani.

C’è la corsa all’acquisto approfittando dei prezzi vantaggiosi (già in leggera risalita) e degli interessi sui mutui mai bassi come ora. Interessanti valutazioni dal gruppo Tecnocasa.

I segnali positivi colti sul mercato immobiliare nel corso del 2015, sembrano confermarsi anche in questa prima parte del 2016.

 

Il mattone ritorna infatti ad interessare gli italiani che, negli ultimi anni, avevano rimandato il sogno della casa di proprietà in attesa dell’evoluzione del mercato.
Nel primo semestre dell’anno i bassi tassi di interesse sui mutui, i prezzi delle abitazioni ormai a livelli minimi ed una rinnovata fiducia hanno determinato un aumento delle compravendite. Infatti gli ultimi dati dell’Agenzia delle Entrate sulle compravendite mostrano che nel primo semestre del 2016 le transazioni sono state 258.380 con un aumento del 21,9 % rispetto al primo semestre del 2015.

Tra le grandi città il migliore risultato sul semestre spetta a Torino (+29,9%), seguita da Milano con (+28,1%).
L’offerta sembra assottigliarsi, soprattutto sulle tipologie di qualità. I tempi di vendita sono in lieve diminuzione, in particolare, se l’immobile è correttamente valutato.

I dati rilevati dal Gruppo Tecnocasa sulle quotazioni immobiliari ci dicono che nelle grandi città sono in ribasso dello 0,9%, la variazione più contenuta finora registrata a conferma che la stabilità è prossima e la ripartenza non lontana. 
Le nostre previsioni vedono ancora prezzi in calo, tra -2% e 0%, per l’anno in corso ed in leggero aumento per il 2017. Anche il sentiment espresso dagli operatori delle nostre reti è orientato in tal senso.
Le compravendite potrebbero attestarsi tra 480 e 500 mila.
 

NUMERO DI COMPRAVENDITE CITTÀ I sem 2016 I sem 2015 Var.% BARI 1.365 1.321 3,3% BOLOGNA 2.809 2.213 26,9% FIRENZE 2.446 1.995 22,6% GENOVA 3.290 2.577 27,7% MILANO 10.954 8.554 28,1% NAPOLI 3.435 2.764 24,3% PALERMO 2.416 2.215 9,1% ROMA 14.814 13.168 12,5% TORINO 6.253 4.814 29,9% VERONA 1.503 1.253 20,0% Fonte: Agenzia delle Entrate
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Turismo in Italia con il segno più.

Incremento del 3% nel 2015 e stesso trend per i successivi 3 anni, queste le risultanze dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo, comunicate il 22 novembre scorso a Roma.

• Il settore turistico in Italia vale 171 miliardi di euro (11,8% del PIL) e dà lavoro a 3,1 milioni di persone
• Aumentano gli arrivi stranieri: +4% nel 2015 con spesa in aumento del 5%
• Presentati il “Piano Strategico Nazionale 2017-2020” e il “2° Rapporto sulla programmazione regionale turistica 2016”

 

Si è svolto su iniziativa dell’Osservatorio Parlamentare per il Turismo, Associazione di deputati e senatori presieduta dall’On. Ignazio Abrignani, il Convegno “Strategie e Risorse per il Turismo Italiano”, con la partecipazione del Sottosegretario al Turismo Dorina Bianchi.

A introdurre i lavori l’On. Abrignani che afferma: “Il turismo rappresenta per l’Italia una risorsa straordinaria. Non si tratta solamente di un incredibile volano per la ripresa economica del nostro Paese, ma crea sviluppo durevole per i territori in cui è presente. Il settore turistico è cresciuto e continuerà a crescere, come dimostrano i dati. Infatti, a partire da oggi fino al 2018, prevediamo un’ulteriore crescita del 3% riferita agli arrivi in Italia. Il turismo si conferma quindi un asset fondamentale per il nostro Paese che deve continuare ad accreditarsi – sia a livello globale sia a livello europeo – come destinazione d’eccellenza. A livello di risorse da creare e destinare allo sviluppo del turismo italiano, un passo in avanti è stato il decreto fiscale con un emendamento che consentirà di digitalizzare interamente (dal 1° gennaio 2018) il tax free shopping in Italia, con l’estensione a tutti gli aeroporti del sistema O.T.E.L.L.O.*, consentendo così una netta riduzione delle frodi I.V.A. e la creazione di un maggior gettito per lo Stato anche grazie alla “shopping experience” dei turisti internazionali senza più code per ottenere il visto doganale per il rimborso I.V.A.. Anche la prossima riforma Costituzionale vede realizzarsi un obiettivo da sempre dell’Osservatorio: la promozione del Paese Italia riportata allo Stato e non più devoluta in mille rivoli alle Regioni”

 

Nel corso del Convegno, Francesco Palumbo, Direttore Generale Turismo Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha presentato il “Piano Strategico del Turismo 2017-2020”, documento che dota il Paese di nuove linee strategiche in grado di aiutare l’Italia ad acquisire una nuova leadership fondata su sostenibilità, innovazione e competitività.

Anzitutto attraverso una piena integrazione delle attività da parte delle Istituzioni e degli operatori del settore. Rivoluzione digitale, adeguamento della rete infrastrutturale, marketing innovativo, riduzione degli oneri burocratici e fiscali, sono alcuni dei punti fermi del Piano, che mette al centro il turismo in termini di crescita economica.

Il tutto dovrà allinearsi a un settore in profonda trasformazione, dove la sharing economy già contribuisce per il 15% al mercato turistico, i prodotti personalizzati prevalgono su quelli standard (solo un turista straniero su 10 arriva in Italia con un viaggio organizzato) – e il web è il luogo dove si decide e si acquista il viaggio (il 68% dei viaggiatori ricerca online luogo e modalità del viaggio).

 

La giornata ha visto anche la presentazione della 2° Edizione del “Rapporto sulla Programmazione regionale turistica 2016”, un lavoro di analisi di tutti i programmi di sviluppo regionale, che serviranno a ridare ossigeno al turismo nazionale.

“Per evitare che un documento così ampio e bisognoso di un continuo aggiornamento possa diventare in poco tempo obsoleto sarebbe auspicabile” ha dichiarato il Presidente di Federturismo Gianfranco Battisti – “far diventare questa presentazione un appuntamento annuale attraverso il riconoscimento istituzionale del Rapporto da parte del Mibact. Così come riteniamo altrettanto rilevante poter costituire un Osservatorio Fondi UE-SIE per il turismo, per indirizzare meglio e con maggior coerenza impegni e spese anche rispetto alle azioni del Piano Strategico 2016-2022”.

 

A chiudere il Convegno il Sottosegretario al MIBACT con delega al turismo Dorina Bianchi “L’obiettivo del Piano Strategico del Turismo 2017 – 2022” – ha sottolineato – “è di accrescere il ruolo dell’Italia nel mercato turistico globale, aumentando la competitività del sistema turistico nazionale attraverso un’azione integrata e territoriale. A tal fine abbiamo cambiato metodo e abbiamo lavorato come Ministero, in collaborazione con tutti gli stakeholders del settore, in particolare con le Regioni per promuovere il “brand Italia”.

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Nei prossimi 20 anni è previsto uno sviluppo esponenziale per il traffico aereo.

Il Global Market Forecast di Airbus rivela che da qui al 2036, saranno necessari 530.000 piloti e 550.000 tecnici qualificati da impiegare negli incrementi di flotta per i quali sono precisti 35.000 aeromobili pari ad un controvalore di 5.300 miliardi di dollari.

Secondo lo studio di Airbus, a livello mondiale, la flotta di aerei passeggeri di capacità superiore a 100 posti dovrebbe più che raddoppiare nel corso dei prossimi 20 anni (oltre 40mila aeromobili), vale a dire un incremento del 4,4% annuo per il periodo 2017-2036.

 

Sono diversi i fattori che spiegano il fabbisogno di 34.170 aeromobili passeggeri e di 730 aeromobili cargo, per un valore globale di USD 5.300 miliardi, nel corso di questo periodo: il numero crescente di passeggeri che prenderà l’aereo per la prima volta, l’incremento di reddito disponibile dedicato al trasporto aereo, l’espansione del turismo, la liberalizzazione del settore, la disponibilità di nuove rotte e l’evoluzione dei modelli di business delle compagnie aeree. 
La crescita del traffico aereo è più elevata nei mercati emergenti quali Cina, India e gli altri paesi dell’Asia e dell’America Latina, in cui il tasso di crescita annuale è praticamente il doppio rispetto a quello dei mercati maturi (3,2%) quali il Nord America e l’Europa Occidentale. I mercati emergenti, che a oggi contano una popolazione di 6,4 miliardi di persone rispetto a una popolazione mondiale di 7,4 miliardi, saranno responsabili entro il 2036 di quasi il 50% dei consumi privati a livello mondiale.

 

“Il trasporto aereo è notevolmente resiliente rispetto agli shock esterni, e raddoppia ogni 15 anni”, ha dichiarato John Leahy, Chief Operating Officer Customers di Airbus Commercial Aircraft. “La regione Asia-Pacifico resta un motore di crescita, e il mercato interno cinese diventerà il più importante al mondo. I redditi disponibili sono in crescita e, a livello delle economie emergenti, entro il 2036 il numero di abitanti che viaggia in aereo triplicherà”.

 

 

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